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Replying to Quello che non ti aspetti da Yu-Gi-Oh! Arc-V

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  1. Posted 23/1/2016, 03:54
    Salve, cari surfisti del web.

    Oggi voglio parlarvi dell'Arco di luce disegnato nei cieli. No, non sono sotto acidi, tranquilli. E no, non sto nemmeno cercando di portarvi verso una nuova religione.

    Sto parlando proprio dell'ultima saga sfornata da TV Tokyo riguardante il franchise di Yu-Gi-Oh!, ovvero Arc-V. Ormai l'anime, in madrepatria, ha raggiunto la puntata numero 90 e credo sia ora, anche se un po' tarda, di tirare le somme sulla sua effettiva qualità come serie tirante del gioco, ma anche come serie animata a sé stante.



    Parliamo innanzitutto dell'inizio, non esattamente promettente. Le prime 26 puntate sono di una qualità media, senza troppi fronzoli, ma questa è una caratteristica di ogni saga che si riferisce a questo franchise. Le prime 26 puntate, ovvero le prime 2 cour (una cour equivale a 3 mesi, cioè 12/13 settimane n.d.r.) sono studiate appositamente per introdurre le nuove leve al gioco.
    Se fate bene i conti le saghe hanno una durata di circa 3/4 anni, prima esclusa. Questo significa che ogni 3/4 anni un foltito numero di bambini/e, ma anche ragazzi/e si avvicina al gioco di carte, un po' per passaparola, un po' perché i loro Senpai (compagno di scuola più grande n.d.r.) ci giocano.

    Perché parlarvi di questo? Ovviamente per dirvi che il vero potenziale di ogni saga si manifesta dopo la puntata 26! Perché, secondo voi, la prima, storica, serie è la preferita dalla maggioranza dei giocatori? Non solo perché è effettivamente la più bella, ma anche per merito e/o colpa dell'America.
    Le prime 27 puntate di Yu-Gi-Oh!, infatti, furono saltate in tronco dall'editore americano 4Kids che trasmise dalla puntata 28, questo perché non si faceva moltissimo cenno al gioco che noi tutti conosciamo.
    Un altro motivo per cui la prima saga è giudicata la più bella è perché con quella serie molti giocatori hanno iniziato a giocare, ben 13 anni fa, proprio con quella saga, fra cui il sottoscritto.

    Tornando all'argomento principale. Perché la saga di Arc-V può essere giudicata una serie animata di alto livello?
    Prima di tutto l'incompresa genialità del titolo. Perché chiamarla Arc-V? Cerchiamo di dare una risposta.



    Si chiama così non solo perché questo è il "quinto arco" narrativo, ma anche per via, appunto, dell'Arco di luce disegnato nei cieli. Un pendolo, quando oscilla, crea un disegno ad arco. Per questo motivo, sotto il logo di Arc-V c'è, appunto, un arco.

    "Ok geniaccio, - mi direte - il V come lo spieghi?"

    V è, naturalmente, il quinto numero romano. Soffermiamoci sul numero 5. Il numero 5, in Giappone, ha un significato molto particolare. È anche uno dei tanti motivi per cui nei Sentai-Mono (da noi, una serie in particolare, è conosciuta come Power Rangers) ci sono sempre 5 protagonisti. Ci sono anche volte in cui se ne aggiunge uno in seguito, diventando 6, ma ci arriveremo presto.

    Si tratta nientemeno che di filosofia orientale. Sto parlando delle 5 righe, ovvero i 5 elementi: Terra, Acqua, Fuoco, Vento e Legno.
    Il sesto tassello è la filosofia di Ying e Yang, cioè Luce ed Oscurità, che egualmente coesistono in ogni individuo.

    Troppo complicato? Allora semplifichiamo dicendo che 5 è il numero dei tipi di Evocazioni Speciali possibili nel gioco, ovvero:
    Rituale, Fusione, Synchro, XYZ ed infine Pendolo.

    Sicuramente vi sto annoiando, quindi veniamo al succo della questione. Dalla puntata 27 Arc-V ha avuto una crescita narrativa veramente notevole, non solo per quanto riguarda il trattare ogni tipo di evocazione possibile nel gioco in equal modo, a differenza delle serie precedenti, ma anche nel saper ben mescolare la spensieratezza con la serietà.

    Yuya, il protagonista, dovrà affrontare non solo i propri dubbi adolescenziali, ma anche le diverse società che si troverà a visitare nei suoi viaggi interdimensionali. Dovrà fare i conti col fantasma del proprio padre e dovrà mettere in gioco il suo stesso modo di duellare che, nell'economia della serie, è il proprio modo di essere.
    Nell'arco narrativo corrente, inoltre, c'è anche un bel cameo di due personaggi di Yu-Gi-Oh! 5D's, ovvero Crow Hogan e Jack Atlas.



    Considerato il fatto che la saga è a circa metà, sono sicuro che ne vedremo delle belle, visto e considerato che, questa volta, gli autori hanno saputo creare una miscela esplosiva piena di colpi di scena e con una complessità narrativa molto alta che non vedevo da parecchio.

    Sperando in una seconda possibilità di voi lettori verso questa saga del franchise di Yu-Gi-Oh!, mi congedo e vi auguro un buon weekend.

    GJ_Bado

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